Evinrude E-TEC G2 [Motonautica]

Oggi vi voglio parlare come sempre di motori, ma questa volta nautici, ed in particolare della nuova gamma di motori fuoribordo Evinrude 2 tempi, gli E-TEC G2.

Motori fuoribordo Evinrude E-TEC G2


Esatto, avete letto bene, 2 tempi! Evinrude è rimasta la sola a produrre motori nautici fuoribordo 2 tempi ma non perché non abbia esperienza nella costruzione e progettazione di propulsori a a 4T, fa infatti parte del gruppo BRP che di 4T ne produce eccome! Scopriamo quindi insieme il perché di questa scelta!


La gamma di fuoribordo in questione comprende potenze che vanno dai 200 ai 300 hp declinati nelle seguenti varianti:

200 H.O.
225 HP
225 H.O.
250 HP
250 H.O.
300 HP

Dove H.O. sta per High Output.

Gamma Evinrude E-TEC G2

Tornando al discorso 2T, questa tipologia di motori, nella nautica come su strada, sono scomparsi ormai da anni per via dei consumi maggiori rispetto ad un 4T e delle sempre più restrittive norme sulle emissioni. Solo Evinrude aveva dato seguito alla tecnologia 2T con la sua precedente gamma di motori fuoribordo, gli Evinrude E-TEC “G1”.

è innegabile però che i motori 2T abbiano più coppia ed accelerazione di un qualsiasi 4T di pari potenza, ma come la mettiamo con consumi ed emissioni?

Al Salone Nautico di Genova di quest’anno ho avuto modo di toccare con mano questi propulsori e di parlare con un ingegnere di Evinrude che mi ha chiarito proprio questi punti.

La domanda che gli ho posto è stata: Questi motori sviluppano sicuramente più coppia ed accelerazione rispetto ad un qualsiasi rivale 4T di pari potenza ma, i motori 2T bruciano olio, come fanno quindi ad inquinare e consumare meno? (Le emissioni risultano essere del 75% inferiori rispetto alla precedente generazione G1).

La sua risposta mi è stata illustrata attraverso un motore senza calandre laterali che era presente nello stand Evinrude. La spiegazione è stata che l’olio non viene iniettato nella camera di scoppio! Quindi non brucia insieme alla benzina e non inquina! L’olio viene invece distribuito dal suo serbatoio dedicato e spruzzato in tutte quelle parti del motore che necessitano di lubrificazione attraverso una fitta rete di tubicini che si vedono molto bene nell‘immagine sottostante. Come si nota proprio dall’immagine l’olio viene veicolato attraverso la rete di tubicini fino a raggiungere la parte inferiore dei cilindri (quella che contiene la biella), l’albero a gomiti, gli alberi a camme e tutte le altre parti che ne necessitano. In questo modo l’olio si consuma, come in un qualsiasi motore 2 tempi, ma non viene bruciato generando inquinamento e la casa garantisce il rabbocco dell’olio non prima delle 200 ore di funzionamento quindi mediamente per circa due stagioni a seconda dell’utilizzo.

Evinrude E-TEC G2 aperto. Da notare la rete di tubicini che, partendo dal serbatoio dell’olio, lo vanno a spruzzare puntualmente in ogni parte del motore che ne necessita, ma non in camera di scoppio.
Particolare del serbatoio dell’olio dedicato


Altra nota decisamente positiva di questi motori è che Evinrude dichiara che la manutenzione è da eseguire soltanto dopo i primi 5 anni, quindi in questo frangente questa gamma di propulsori riesce addirittura a fare meglio dei competitor 4 tempi.

Il lavoro rispetto alla precedente generazione di E-TEC è stato veramente notevole infatti è stato studiato il modo per raggiungere l’esatto rapporto stechiometrico della miscela aria-benzina, che prevede 14,7 kg d‘aria ogni kg di carburante. è stata anche studiata la modalità di diffusione del combustibile nella camera di scoppio durante l’iniezione, tramite software di simulazione, da parte delle maggiori università americane, in modo da ottenere uno scoppio il più efficiente possibile.

Particolare del sistema di iniezione

è mediante tutte queste accortezze che gli ingegneri Evinrude sostengono che i nuovi G2 consumino addirittura meno dei rispettivi 4 tempi Suzuki o Honda dotati della tecnologia Lean Burn, ovvero muniti di un sistema di iniezione elettronica che adegua il rapporto stechiometrico tra aria e benzina in rapporto alle situazioni, “smagrendo” la miscela quando il motore si trova a regime costante, per diminuire i consumi, per poi “ingrassarla” in fase di accelerazione quando è richiesta potenza.

L’architettura è la medesima per tutte le declinazioni di potenza di questo fuoribordo, ovvero un monoblocco V6 ad iniezione diretta con inclinazione di 74° tra le due bancate e 3441 cc di cilindrata. Questa architettura unita al ciclo 2 tempi garantisce il rapporto peso-potenza migliore nel suo segmento.

Architettura V6 con angolo di 74° tra le bancate

Come penso avrete notato l’angolo tra le due bancate è molto stretto, ciò permette di avere dei fuoribordo molto compatti che possono essere istallati vicini tra loro in caso di installazioni multiple, in modo da massimizzare la spinta e quindi la resa dei motori stessi.

Esempio di installazione di 3 fuoribordo Evinrude E-TEC G2 da 300 hp. Notare come la compattezza dei motori permetta la loro installazione molto ravvicinata.

Questi fuoribordo sono stati progettati anche per distinguersi a prima vista e per adattarsi alla combinazione cromatica di ogni tipo di imbarcazione. è infatti possibile scegliere i colori delle calandre laterali e superiori, nonché indipendentemente quelli dei fregi laterali.

Schermata del configuratore del motore


Assolutamente degna di nota in questo nuovo modello è anche la timoneria idraulica ed integrata direttamente nel piede del fuoribordo. La timoneria è anche attiva, ovvero aumenta automaticamente la rigidità dello sterzo con l’incremento di velocità e viceversa.


In conclusione, un connubio tra potenza, accelerazione, consumi, emissioni, personalizzazione ed affidabilità che sembra decisamente vincente!

26 Risposte a “Evinrude E-TEC G2 [Motonautica]”

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